lunedì 12 settembre 2011

Colline come elefanti bianchi

Come fai a non vedere, Jig
dove la stupidità
possa arrivare a chiederti
di uccidere e di morire qui?
Come si può giustificare
tutto il conveniente
in nome di una personale
e del tutto egoistica utilità?

Ti sei persa Jig
di fronte alla deriva della società
che azzanna la tua libertà
ingoiando birra per licenziarsi, Jig?
[È l’arrendevole morale santificata che ci salva?]

Colline come elefanti bianchi
scopa ancora la mia anima
in questo vano lamento che ci concesse
Ernest Hemingway.

Avremmo potuto avere tutto
avremmo potuto avere il mondo
se non ce lo avessero portato via.
[Oggi non c’è tempo per gli eroi].


È nel vizio caotico dell’ipocrisia diffusa (mi sento bene)
che stagna la coscienza di troppi uomini (non ho niente)
e nel mercato continuo e deprimente (mi sento bene)
dei nostri bisogni più importanti (non ho niente)
si schianta e si annulla la più nobile (mi sento bene)
coscienza che ci faceva uomini (non ho niente)
prima ancora che carne da macello (mi sento bene)
soggetti consumanti e consumati (non ho niente)
consunti nel vorticoso niente (mi sento bene)
che esclusivamente ci fa partecipi (non ho niente)
del grande girotondo politico e sociale (mi sento bene)
che tutto ingoia e niente caga. (non ho niente)
E se anche l’ultima forza per rifiutare la quotidiana (mi sento bene)
brutalità se la sono portata via (non ho niente)
non resta altro (mi sento bene)
che farsi fuori. (non ho niente)