mercoledì 23 novembre 2011

Novembre

Sento
un dolce rapimento
che sa di nebbia e silenzi.
L’essenza
della fissità giunge alle narici
e rallenta le intuizioni.

(Novembre, lì fuori
scorre e scivola via
da me)

Ed ogni giorno
vissuto ha un volto
ed io ad uno ad uno
li nomino.
Scopro bramati silenzi
e flebili illusioni
che con decise irregolarità
si svelano.

In questo mare mi stendo senza peso
sono fusione e confusione ed io
mi insinuo nel mio me più profondo
in trepidante suggestione.

mercoledì 9 novembre 2011

L'allucinazione 2

Ebbi paura di perdere anche la testa
quando tutto ciò che avevo visto e sentito
mi riempì così profondamente il cranio
e senza via di scampo
che la compressione sterilizzò la vibrazione
umana della e nella sensibilità.

Camminare in strade di asfalto
vuote di realtà, non sempre può essere
la soluzione migliore. E il contorno
della fredda nebbia autunnale non smuove
né lenisce la plasticità delle intenzioni.

Ci si affatica e si perde tempo, questa è la verità.
E più scorre, il tempo dico,
più scorre e più sale l’ansia di vivere
di esserci e di far vivere l’idea di noi
come significanti di qualcosa di vitale.
Ci vuole meno tecnologia e più ingenuità.
Ci vuole uno scuotimento neuronale.
Perforare la quotidiana staticità e arginarla!

Dovevo trovare una soluzione a quella staticità
aprire le finestre e ritrovarmi nudo
– sono un bambino, ora –
capire che il gioco della guerra prevede altre regole
differenti da quelle a cui ero abituato
per cui un soldato che sceglie la guerra
non può poi dirsi eroe perché ha perso
la sua umana identità per identificazione
con la sua oggettiva negazione.

martedì 8 novembre 2011

Fragore di foglie

(Marciando senza sosta per assurde convinzioni)

È l’odore della pioggia
la sua greve pesantezza
e fangosa, che sa di febbre
e freddo e stanchezza infinita
e rassegnazione a non capire più
se l’oscurità è solo notte
o demente ostinazione.

L’unica mia salvezza è volere
tornare vivo da te disertando
assieme a te tutta questa stupida
e umana carneficina.