Siamo stesi in un letto senza respiro
il ventilatore, cieco, che abbaia qualche rantolo di aria umida
ché nella notte posso scorgere molteplici infezioni.
Da lontano una sirena suona con ritmi arroganti ed intermittenti:
se non la fanno smettere arriverà la polizia!
Ancora mi sento sporco e senza un reale lavoro
un giorno metterò piede sulla spiaggia americana
sicuramente sarà di domenica.
Non ci sarà nessuno al nostro banchetto, solo pochi intimi.
Quella volta, non avrebbero dovuto inventarla (l’America).
Siamo di nuovo schiavi della loro morale e della loro castità
seppur siamo proprio figli della loro castità:
santo e grande spirito! Ci penseremo noi alle concezioni ora
sicuramente molto poco immacolate.
Nascono regimi quotidianamente, ne nacquero anche tra i partigiani
quando stanchi e bagnati del sangue dei compagni
stavano nascosti a piangere le mogli (o le loro donne)
che altri (quelli che avrebbero festeggiato la liberazione)
intanto si scopavano.
E la devastazione sempre miete i vecchi e i bambini
perché non si colpiscono mai i cecchini, piuttosto le loro attenzioni.
Mentre le carogne scarnano definitivamente le loro prede
c’è chi muore lasciando un alito di delusione
guardando per l’ultima volta il mondo attraverso occhi di vetro grigio.
La giustizia ha sempre avuto una radice corrotta al suo interno.
Poesie di guerra
RispondiElimina