Il disarmonico contrappunto
del violoncello portò dissonanze
quasi incomprensibili se isolate
dalle simbiotiche globali vibrazioni.
La risoluzione in seste pose l’attenzione
sulla melodia profonda, appena percettibile
vibrante su celate note pure [quasi nuove]
spesso soffocate da quotidiane cacofonie.
L’intesa elegiaca si ebbe in rivoli
di cinguettii e costanti gravitazionali
che nel loro procedere portarono omaggio
nuovamente alla complessità estremamente
geniale che nella naturalità eufonica
e nell’euritmica eleganza divina
nutrì toccanti variazioni consapevoli
liriche nel grandeur luminoso dell’opera.
Nessun commento:
Posta un commento