Lo stallo sensibile sul palcoscenico
s’ardì fino al fondo di una platea
vellutata di vermigli testimoni
che si sospesero golosi in attesa.
L’occhio di luce s’accese sull’attore
giovane ed irriducibilmente antitetico
che silenziosamente s’afflisse in un gesto
confuso di cognizione apparente.
Fu la mancanza di significati profondi
di spirituali discussioni e rituali
certezze a coinvolgersi in uniformità umane
ed in sterili emulazioni rassicuranti.
E fu dal fondo della scena che un accento
fuoriuscì risolvendo il corale imbarazzo
cogliendo il gesto invocante che carpì
l’umana e vitale necessità dell’umiltà.
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