lunedì 17 gennaio 2011

Sul mare

È un vuoto che fa paura.

[È un vuoto che fa paura per la sua pesantezza].

Ne rimaniamo impregnati, di questo vuoto.
Entrambi esitanti nel silenzio
nella nebbia
sul mare
d’inverno.

Ed un fremito ci coinvolge
nell’aroma dell’immensità
in questo spessore salino
in questa fissità di particelle.

È un dono divino – penso.
Mi convinco che non sia un caso
se siamo sospesi
se siamo soffusi
se siamo invasi
se siamo spogli.

È un dono divino – penso.
perché tutto è annullato [tranne te]
tutto è segreto [tranne te]
tutto è in attesa [come me].

È un dono divino – penso.
Se ora riesco ad assisterti, a spiarti
più vicina
più con-fusa a me.
Se riesco a scrutarti e conoscerti
se posso sentire il tuo riflesso
luminoso
in questa sera sospesa.

A volte abbiamo bisogno di un nulla
così immenso, così
pregno di sogni
per sentirci vibrare all’unisono
armoniosi
sensuali
per sentirci sublimare nei nostri desideri
più intimi
più incantati.

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