martedì 8 febbraio 2011

Il capriccio dell'umiltà

Suona un violino
iperaccordato in la maggiore
e i palpiti si diffondono
in questa notte
gonfia di cecità.

Una gabbia viscerale
di prepotente costrizione
che pone freni subdoli
e davvero stupidi
all’ascolto
mi è giunta impetuosa pochi istanti fa.

Ma ora
il fervore liberatorio
è di Paganini.

Il sorriso
non troppo velato
si era accomodato su un velluto rosso
non costoso
e molto semplice
tuttavia rispettoso
accogliente basse coscienze
o forse solo ancora puerili
che mi hanno distratto dal lavoro.

Allora ho indicato con lo sguardo
la dissonanza.

[e Paganini non ripete].

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