martedì 22 febbraio 2011

So piangere

Credo che prima o poi
uno lo capisce
che nel rapimento crepuscolare del sole
che si veste della notte
incorniciato da un’eleganza di movimenti
impercettibili
incalcolabili e inafferrabili
si coniugano espressioni
e violazioni
che vanno ben oltre l’umana capacità
di sapersi togliere
dei vestiti così troppo stupidi
e pesanti
e limitanti.

Credo che prima o poi
uno lo capisce
di aver perso quella puerile
capacità di emozionarsi
di fronte alla vita
di commuoversi con Ella
e di sentirsi libero
di carpirne ogni sfumatura
arancione
e a tratti violacea.

Credo che prima o poi
uno impara
non a dimenticarsi
dei colpi subiti
ma a curarsi le lesioni
come uno spirito puro
più capace di godere
per la pelle rimasta illesa
che di incespicarsi
nel passato di vecchi segni
e lontane ferite.


Perché gli uomini
quelli con tanti muscoli
[io ne ho solo uno]
quelli
sedicenti uomini
credo abbiano dimenticato
che la rugiada fresca
vergine
feconda le gemme
pure e chiuse
per dar vita a piccoli occhi
di vetro
inciso di perfezione
e della gratitudine che
solo dal profondo può venire mossa.

E le gocce di luminosità
vengono a far conoscere al mondo
impavidamente
l’assonanza concessaci
della pelle con la terra
e dello spirito con dio.

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