martedì 1 febbraio 2011

L'edera

Lo sguardo si schiude
con impacciata timidezza
mentre il candore che filtra da fuori
viola l’intimità residua ancora sopita.

La voluttà si confonde
e a piccole lacrime
stilla un incanto estatico
sui corpi avvolti nelle prime luci del mattino.

(Vaghi i ricordi della luna di ieri
o meglio confusi, ancora ovattati).

Un barlume fosforico s’accende
innestando consapevolezza
nella carezzevole livrea
garante delle più seducenti bramosie.

La verticalità s’innesta
in un’effigie serafica
di istanti trascorsi
e di desideri vespertini.

E nella luce alimento il mio fervore.

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